Intervento di Padre Valentino Natalini all’incontro sul tema:
“ L’umanesimo cristiano: valore fondamentale e caratterizzante l’Unità Europea ”
ANCONA – 6 APRILE 2003 – HOTEL JOLLY
Sei volti per un continente!
I papi sono intervenuti più volte per richiamare che la nostra Europa ha radici profondamente cristiane, delle quali non può non tener conto la carta costituzionale europea.
Ci si chiede se ancora ha senso l’affermazione di Goethe:
“L’Europa è nata in pellegrinaggio e la sua lingua materna è il cristianesimo”. Un avvertimento dello scrittore francese G.Bernanos: “Una civiltà non crolla come un edificio; si direbbe molto più esattamente, che si svuota a poco a poco della sua sostanza finché non ne resta più che la scorza”.
1. Contempliamo i sei patroni d’Europa: tre santi uomini e tre sante donne. Annoto qualche indicazione biografica:
Benedetto da Norcia (480c.-547c.), patriarca del monache¬simo occidentale. I monasteri benedettini sono stati per secoli centri di spiritualità e. di cultura. Da notare che dopo due secoli detti monasteri in
Europa erano più di mille. Paolo VI ha proclamato Benedetto patrono d’Europa nel 1964.
I due fratelli Cirillo e Metodío all’inizio del IX secolo evangelizzarono i popoli slavi, creando l’alfabeto slavo e traducendovi la Bibbia e i testi della liturgia latina. Giovanni Paolo II nel 1980 li ha proclamati compatroni d’Europa.
Caterina da Siena (1347-1380), delle Mantellate o 3° ordine dei domenicani. Entra in contatto con le personalità di spicco del suo tempo, richiama il papa da Avignone a Roma, getta il seme della riforma della Chiesa. E’ la prima donna proclamata ‘dottore’ della Chiesa; è insieme patrona dell’Ita¬lia con san Francesco e patrona dell’Europa.
Brigida di Svezia (1303-1373): sposa e madre di otto figli, vedova e terziaria francescana, fonda l’ordine del Santissimo Salvatore (brigidine), visita in pellegrinaggio i vari luoghi sacri del tempo, chiede il ritorno del papa da Avignone a Roma. E’ compatrona d’Europa dal 1999.
Benedetta Teresa della Croce (Edith Stein): di famiglia ebraica, allieva del celebre filosofo Husserl, si converte al cristianesimo e diventa carmelitana. Muore ad Auschwitz nel 1942. E’ santa dal 1998 e compatrona d’Europa dal 1999.
2. Mi sarebbe piaciuto vederci anche san Francesco d’Assi¬si, ‘primo umanista’. Giovanni Paolo II si è molto riferito a san Francesco e alla città di Assisi, capitale spirituale del mondo: quando ha chiesto al Santo di “aiutarci ad avvici¬nare Cristo alla nostra epoca, ai nostri difficili e critici tempi”; di aiutarci ad abbracciare le vicende degli uomini della nostra epoca: le sofferenze, i dubbi, le tensioni, le inquietudini; di aiutarci a guardare tutte le creature con occhi nuovi, come fratelli e sorelle: questa sensibilità per la bellezza e il valore del creato è un inizio di umanesimo-rinascimento italiano ed europeo.
Ma poi, riflettendo ulteriormente, mi sono detto: a France¬sco conviene il patrocinio non tanto dell’Europa quanto piut¬tosto del mondo!
Se fosse stato nell’albo dei santi il primo posto sareb¬be aspettato al monaco e presbitero Erasmo di Rotterdam (1469¬1536). E’ il principe dell’umanesimo cristiano e della cultura europea; ha peregrinato per mezza europa intessendo legami con uomini e centri di cultura. Si immerge con passione nello studio degli antichi classici latini e soprattutto della Bibbia. Ha incarnato nella maniera più viva ed efficace le tendenze umanistiche e la ricerca di un ideale evangelico, il ritorno alle fonti soprattutto della Scrittura e dei padri della Chiesa. Spirito poliedrico e vivace, aspramente discusso e variamente interpretato, lascia questo testamento: “La morte ci sorprenderà. Lo so bene, ma preferisco che mi sor¬prenda a scrivere che a non far nulla”.
Una riflessione del card. W.Kasper: “L’idea dell’Europa è la più bella e la più felice che cl abbia lasciato il secolo appena trascorso. Essa però è un’idea in cammino che deve ancora raggiungere il suo compimento. Occorre tornare a riflettere sulla nostra eredità cristiana: senza il cristianesi¬mo l’Europa perderebbe la sua identità…”.
Concludo con una annotazione del grande poeta del secolo scorso, Thomas Stearns Eliot, un americano che scelse l’Europa come patria: “Un cittadino europeo può non credere che il cristianesimo sia vero e tuttavia quel che dice e fa scaturi¬sce dalla cultura cristiana di cui è erede…Se il cristiane¬simo se ne va, se ne va tutta la nostra cultura, se ne va il nostro stesso volto”.