Conclusioni di Alfio Bassotti al convegno sul tema:
Efficienza della mobilità delle cose, delle persone e delle notizie nella regione Marche e loro organizzazione infrastrutturale
3 ottobre 2003 – FABRIANO – Hotel Janus
Cari amici,
Vi chiedo fin d’ora scusa per la mia dialettica abbastanza approssimativa e arrugginita: d’altronde non può essere diversamente vista’età che l, ahimè, avanza inesorabilmente e visto il lungo periodo di riposo dialettico e politico che in questi anni, in tanti hanno contribuito a garantirmi.
Purtroppo per loro, io sono un tipo testardo che, facendo aggio sui valori, sui progetti e le idee maturate in quaranta anni di milizia politica, non riesce ad esimersi dall’esternare le proprie convinzioni.
Ecco il motivo, comune a tanti amici, che ci ha indotto a dar vita a questa iniziativa che desidera offrire un contributo serio e convinto per riportare la politica alla dignità che gli è propria.
Una dignità umiliata da un verticismo esasperato.
Una dignità che può essere, forse, recuperata ripristinando uno stretto rapporto con la gente per recepirne i valori, le ansie e le speranze per poi rappresentarle in sede istituzionale con concrete ed opportune iniziative .
Di questo, oggi. ci si dovrebbe preoccupare.
Invece, il mondo politico, udite udite !!!, deve interessasi nientemeno che delle esternazione di Bossi che, dopo aver lungamente meditato, indica , con la sua raffinata dialettica, tra le altre, una geniale e radicale strategia per la soluzione dei problemi del paese che si sostanzia nella fucilazione di tutti gli ex DC: magari, poi, rendendosi conto della volgarità della sparata. Cerca di mitigarla precisando che si riferiva ai vecchi DC ( quelli morti? forse) e, bontà sua, magnanimamente assolve i più giovani.
Non bastasse la magistratura di sinistra ed il solito Di Pietro, adesso ci si mette anche Bossi!
Se a ciò si aggiunge tutta questa moltitudine di grilli parlanti che un giorno sparano a zero, poi si correggono, poi precisano per sottolineare, ecc, credo che vi sia di che molto preoccuparsi.
Per la verità, più che preoccuparmi per tante insulse minacce ed intimidazioni, avanzate dai qualunquisti o dai giustizialisti di turno, sono particolarmente preoccupato per il “senatur” perché non so come faràad arruolare un vero esercito capace di far fuori tutti i veterani ex DC; forse non si rende conto che gli ex DC, per sua disgrazia, sono tanti, sono milioni: veterani che, proprio perché reduci di tante battaglie contro i comunisti, le brigate rosse ed i nemici della libertà e della democrazia, sono pronti ed usi ad accogliere convenientemente ed adeguatamente alle loro intenzioni sia gli amici che i nemici.
Si, e’ proprio vero : tutti questi signori da tempo ci hanno abituati proprio ad una politica da cani.
Lo dico io che di cani me ne intendo: me ne intendo anche perché chiamandomi Bassotti faccio parte della categoria evocando il mio cognome una nobile razza di cani: appunto cani di razza.
La nomenclatura di questi amici invece non richiama nemmeno il ricordo di una razza canina e quindi, con tutta la buona volontà di questo mondo, si potrebbe al massimo accostarli solo a dei cani bastardi. Mi rendo conto, però, che questo accostamento è molto osé: perché il farlo offenderebbe anche i cani bastardi che sono animali di indole fedele, affettuosa ed intelligente e che non possono giustamente subire un tale affronto.
Sull’ opposto versante politico troviamo, invece, quella parte della sinistra integralista, ancora nostalgica del comunismo, centralista e barricadiera che ancora sogna, in un paese dove si è liberi di organizzare partiti ed associazioni, di scrivere e di parlare, di andare e venire quando e dove si vuole, di votare o non votare, in un paese, cioè, dove la libertà diventa a volte addirittura licenza, questa sinistra. di diceva. sogna ancora essere ricorrere alla violenza verbale ed alla violenza della piazza per conquistare il potere.
I centri sociali, le frange violente ed estremiste dei no global, rischiano di essere l’anticamera di un terrorismo che, qualora dovesse saldarsi con il terrorismo internazionale, può veramente destabilizzare la democrazia nel nostro paese.
Sono purtroppo queste le motivazioni di larga parte delle manifestazioni di piazza per il cui svolgimento si compiono enormi sforzi organizzativi e finanziari per riunire le masse e far scendere tutti in piazza “ oves et boves et universa pecora ” . Tutto ciò è veramente un non senso: e lo è specialmente quando le manifestazioni in questione vengono esclusivamente finalizzate a produrre un clima di assoluta intolleranza, o la demonizzazione di Berlusconi: quasi che questi sia un despota che ha assunto il potere con la forza e non sia invece il Presidente del Consiglio eletto democraticamente dal popolo italiano.
A mio modesto parere, questo modo di essere della politica, incapace di passare dalla protesta alla proposta e rendere propositivo il confronto politico, è il segno più tangibile della grande debolezza che caratterizza l’attuale contesto politico nazionale.
Un simile stato delle cose evidenzia una disarmante fragilità del bipolarismo italiano che risulta ancor più vistoso per il fatto che i due poli registrano ciascuno dati di litigiosità e di instabilità interna tali da evidenziare come essi siano aggregazioni tutt’altro che omogenee: il che rende quanto mai credibile, per non dire certa, l’ipotesi di un loro logoramento e collasso.
Si potrebbe andare avanti per ore su questi temi che, aimè, avviliscono la nobiltà dell’impegno politico.
Impegno politico che noi invece desideriamo contribuire a valorizzare con incontri e dibattiti tutti tesi, da un lato, ad approfondire i valori che esaltano l’uomo e, dall’altro, a proporre concrete iniziative politico-amministrative di alto livello e di forte spessore.
Perciò, in concreto, quando si parla di mobilità delle persone e delle merci diviene ovvio esaminare lo stato di efficienza delle infrastrutture che sono ad essa funzionali e cioè la rete viaria, la rete ferroviaria, il sistema portuale ed aeroportuale e l’intermodalità.
- Per quanto riguarda la viabilità credo che siamo tutti d’accordo che la nostra attenzione deve soffermarsi:
1) Sui collegamenti est ovest: ossia le cosiddette quattro trasversali:
- Salaria
- 77 Val di Chienti
- Flaminia : Fano – Grosseto
- 76 bis Vallesina
2) Collegamenti nord – sud :
- autostrada A14 e SS 16
- Pedemontana
3) Circonvallazione e assi portuali
4) Collegamenti interregionali
- Per quanto riguarda le ferrovie la nostra attenzione deve soffermarsi:
- sulla ferrovia Falconara Orte
- Sulla ferrovia adriatica
- Sulle ferrovie secondarie
- Per quanto riguarda il sistema portuale la ci dovremmo soffermare
- Sul porto di Ancona
- Sui porti pescherecci (S. Benedetto Civitanova Ancona, Senigallia, Fano e Pesaro)
- Sul sistema dei porti turistici ( tutti i precedenti più Porto S.Giorgio, Numana e non ricordo se la darsena diPorto Recanati sia stata o meno realizzata)
- Per quanto riguarda il sistema aeroportuale:
- Sull’aeroporto Raffaello di Falconara
- Per quanto riguarda il sistema intermodale merci:
- Sull’interporto di Iesi
Questo è dunque l’elenco dei problemi da affrontare
Per quanto riguarda tutte queste infrastrutture occorrerebbe esaminare:
- Il loro stato attuale. .
- Il livello di progettazione per la costruzione di nuove opere funzionali o dell’ammodernamento o del completamento di quelli esistenti
- Costi e tempi di realizzazione
- E soprattutto, come ama sempre ricordarmi il nostro amico Mimmo Lancianese che presiede la nostra commissione di studio per l’approfondimento dei temi economici e finanziari che attengono alla nostra regione, le coperture finanziarie.
E solo dopo un analisi precisa e stringente di questo tipo è infatti possibile immaginare e costruire una proposta credibile e concreta per la realizzazione di un disegno programmatico puntuale e realistico.
Non temete, non lo faremo questa sera: ma lo faremo !
Lo faremo il prossimo anno in occasione della presentazione di una nostra proposta programmatica per len “ Marche, regione di Europa”.
Non potrò comunque evitare questa sera alcune doverose puntualizzazioni sulle tematiche che il dibattito ha evidenziato.
Mi rendo perfettamente conto che il problemi da affrontare e risolvere sono diventati immani per complessità ed impegno economico e, quindi, presuppongono una gradualità di intervento che coseguentemente comporta la gradualità di tempi di realizzazione .
Certo! C’è chi può fare tutto e subito: questi non è però l’uomo, ma solo Dio.
Agli uomini, infatti, ci vuole di solito un po’ più di tempo: ma tra questo sano senso del realismo e l’immobilismo, tra questo e l’impotenza che ci sembra doversi rilevare, ci corre molto!
È, perciò, necessario finirsela con le dispute senza costrutto e decidere di realizzare con continuità tutti processi di programmazione da tempo individuati e stabiliti.
Occorre superare le polemiche strumentali: quelle polemiche tese non tanto a proporre quanto a sminuire i meriti o ad amplificare i demeriti degli altri. Così facendo, si avvelena il clima politico e si rischia di appiattire e paralizzare il tutto.
E se occorre certamente dire come stanno le cose, occorre anche fare proposte operative chiare. Proposte che individuino in modo nitido le soluzioni, i contenuti essenziali, i costi di realizzazione ed i tempi di attuazione.
Questo, e solo questo, è, cari amici, il livello su cui deve attestarsi il confronto politico!
Chiarito ciò credo sia corretto il chiedersi come mai finanziamenti assentiti da tanti anni non sono stati ancora utilizzati visto che:
- Per l’ampliamento del porto di Ancona esistono i finanziamenti dall’86 e sono passati ben 17 anni senza che sostanzialmente vi sia in proposito nessun cantiere aperto.
- Per la variante alla statale 16 da Falconara a Ponte Lungo esistono finanziamenti da 1983 ed ancora non sono stati appaltati i lavori.
- Per il raccordo dell’interporto esistono finanziamenti dal piano triennale Anas 88/90 e l’opera non è stata realizzata.
- Per i piani ANAS vi sono stati finanziamenti assentiti e poi non utilizzati.
E così via.
E non è polemica, amici, chiedersi come mai tante altre opere languiscono:
- Penso ad esempio al centro intermodale delle Marche che sino ad oggi ha sostanzialmente camminato più con i comunicati stampa pieni di buone intenzioni che con le opere: opere che languiscono sostanzialmente dal 1992.
Ora sembra che, malgrado le tante difficoltà di natura urbanistica e procedurale, i lavori di realizzazione riprendano slancio e che entro il 2005, parola d’onore del presidente Pesaresi, l’interporto di Iesi diverrà funzionale.
Se si volesse far polemica si potrebbe far notare che se ne sono già andati 15 anni con la conseguente perdita di flussi di traffico, l’enorme aumento dei costi di costruzione ed il sopraggiungere di innumerevoli contrattempi che provocano seri dubbi e perplessità.
La polemica per la polemica, però, da che mondo è mondo, non ha mai contribuito a costruire nulla e quindi, in questa sede, ove si ha il dovere di essere propositivi, non interessa affatto: altre e più autorevoli, saranno le occasioni e le sedi per sviluppare un confronto franco sulle questioni appena sfiorate .
Oggi,dobbiamo limitarci a prendere atto delle affermazioni di imminente ripresa dell’attività di costruzione dell’infrastruttura: ne siamo sinceramente felici perché questa iniziativa l’abbiamo, a suo tempo, tenacemente promossa: anzi l’abbiamo testardamente voluta in quanto convinti che la sua realizzazione poteva e doveva rappresentare una significativa forma di terziario avanzato indispensabile alla nostra regione per evitarne la definitiva esclusione dai flussi di traffico merci nazionale ed europeo.
La viabilità
- Incominciamo ad affermare che, se esistono tratti di viabilità programmati e/o finanziati, non si può continuare a giocare con i se e con i ma: non si può, ad esempio, continuare in eterno a disquisire sull’asse attrezzato per l’uscita dal porto di Ancona a SUD, ad OVEST o a NORD.
Debbo confessare che, malgrado ogni sforzo, non capisco questa vicenda: pur consapevoli tutti che l’80% del traffico verso Ancona proviene da Nord e che la realizzazione dell’uscita a Nord è logicamente la più logica, la più semplice e la meno costosa, si continua tranquillamente a giocare con altre ipotesi più costose e difficili.
In proposito, vorrei anche ricordare e far notare che il piano regolatore del porto contiene una prescrizione mai attuata (chissà perché tutti, maggioranza ed opposizione, fanno finta che non esista): prescrizione che dovrebbe essere attuata obbligatoriamente prima di qualsiasi altro intervento strutturale. Si tratta dell’interramento della costa a nord del porto fino a Torrette per ben trecento metri di larghezza al fine di consolidare il piede della frana.
La illegalità già esiste visto che è stato realizzato in questi anni il porto turistico senza provvedere anche alla attuazione di questa prescrizione urbanistica.
Ne parlo non solo per sottolineare le gravi responsabilità civili e penali che in proposito gli amministratori si stanno assumendo (Dio li aiuti nella deprecabile ipotesi che la frana dovesse rimettersi in moto), ma ne parlo anche per sottolineare che se si fosse data attuazione alla prescrizione è chiaro che la uscita a Nord di Ancona sarebbe stata uno scherzo potendo la sede stradale essere ubicata e realizzata in larga parte proprio sulla zona interrata .
Pazienza: dice un proverbio non è mai troppo tardi.
- Altro aspetto da suggerire è la necessità a far si che le regioni non possano più chiedere finanziamenti e firmare accordi di programma per opere pubbliche (ed in particolare per la viabilità) se no sono in possesso della relativa progettazione esecutiva.
Infatti, le opere finanziate debbono essere immediatamente appaltabili e cantierabili: questo principio dovrebbe valere anche per tutti gli altri enti locali.
E’ ora, perciò, che si investa nei parchi progetti piuttosto che continuare a spendere miliardi in consulenze che quasi sempre finiscono per produrre un enorme materiale cartaceo del tutto inutile perché pieno zeppo di ipotesi tanto affascinanti quanto inutili.
- Ricordo, in proposito, quanto invece sia stata positiva l’esperienza dei fondi Fio che ci hanno consentito, negli anni 80, di realizzare, entro due anni dall’assegnazione di ciascun finanziamento, la difesa della costa, la depurazione delle aste fluviali e della costa, ed infine, gli acquedotti regionali dando così una risposta praticamente definitiva all’emergenza idrica regionale.
E, siccome i fondi FIO funzionavano sul serio hanno pensato bene di eliminarli!
- Sul problema viabilità due parole anche sulla società Quadrilatero. Non capisco tutta questa agitazione per una iniziativa che ha l’obbiettivo di realizzare una quota della viabilità affidandola ad una società che, avendo assicurata una copertura finanziaria dell’80% del costo delle opere deve, sviluppando il concetto urbanistico di area vasta, provvedere al restante 20% attraverso convenzioni con gli enti locali interessati alla valorizzazione ed allo sviluppo delle zone adiacenti alle strutture autostradali. Tra l’altro, mi pare di capire che questo 20% sia comunque garantito da garanzia fedeiussoria.
La società vede al suo interno componenti specialistiche come l’ANAS ed è guidata da personaggi del tutto affidabili che, come l’Ing. Gennaro Pieralisi, credo abbiano ampiamente dimostrato di essere dei manager avveduti e capaci. Raccogliere questa sfida di fare presto e bene mettendo in gioco la propria credibilità mi sembra dovrebbe essere apprezzato.
Perciò, sbraitare, perché vi è stata una specie di reato di lesa maestà sulle prerogative regionali o ipotizzare scenari apocalittici, nel tentativo di ridimensionare politicamente l’iniziativa prima ancora che si sia mosso una paglia, a me sembra, lasciatemelo dire, strumentale e politicamente sciocco.
Lasciamoli lavorare in pace, cari amici, collaborando ciascuno per le proprie competenze e responsabilità, per verificare ,poi, sulla base dei risultati raggiunti se questa tipo di iniziativa è stata veramente in grado di concorrere a risolvere l’eterno problema dei tempi biblici nella realizzazione delle opere infrastrutturali a cui siamo da sempre abituati.
Le ferrovie
- Il raddoppio della Falconara Orte è fermo dal 1992: mentre è proseguito tranquillamente in tutta l’Umbria.
Occorre far capire a tutti i livelli che la Ferrovia Orte – Falconara non solo è una dorsale strategicamente interessante per assicurare i collegamenti est – ovest in caso di interruzione della Bologna – Firenze poiché essa rappresenta, invece, la struttura essenziale per i collegamenti intermodali merci e persone tra l’Adriatico ed il Tirreno: traffico merci e passeggeri che deve essere visto anche in relazione all’aumento di mobilità delle merci e delle persone facilmente prevedibile per tutta l’aria balcanica e medio orientale.
- Ammodernamento della ferrovia adriatica anche con ristrutturazioni che prevedano parte del tracciato in trincea si da eliminare una parte della rumorosità e tratti della barriera architettonica che deturpa in larga parte il tessuto urbanistico della nostra costa
- L’arretramento della ferrovia adriatica nel tratto Montemarciano – Stazione di Varano con la creazione di una metropolitana leggera che eviti ad Ancona tutti i problemi che le stazioni di testa comportano.
- Metropolitana leggera che può svilupparsi sia lungo la costa, da Pesaro a S. Benedetto del Tronto, che lungo la dorsale Fabriano – Iesi – Falconara: integrando e completamento, con ciò, il trasporto su gomma dei passeggeri qualificandolo e razionalizzandolo sempre più; tutto ciò può avvenire in un sistema integrato pubblico – privato:chiamando, cioè, i concessionari pubblici e privati delle autolinee a gestire l’attività della metropolitana leggera sì da razionalizzare l’intero comparto e conseguendo un vero salto di qualità del nostro sistema di trasporto senza inutili polemiche o contrapposizioni
- Infine, la interconnessione che vi deve essere tra trasporto passeggeri su gomma e quelli per ferrovia impone la partecipazione ed il concerto di tutti gli operatori del settore: in particolare i concessionari privati che debbono sentirsi coinvolti in modo permanente e decisionale nella realizzazione e gestione di una programmazione che dovrà garantire tutte le forme di collaborazione e di razionalizzazione che di volta in volta si rendono necessarie.
Le imprese di trasporto pubblico locale ed il rapporto tra pubblico e privato
- Sulla mobilità delle persone è evidente che nel sistema di mobilità interna ed interregionale rimane centrale ed insostituibile il ruolo dal trasporto su gomma svolto delle imprese concessionarie del trasporto pubblico locale: e ,tra queste, va sempre di più sostenuto e difeso il ruolo dei concessionari privati che sono riusciti, in tutti questi anni, a garantire un pluralismo di impresa di alta qualità collaborando, ove necessario, anche con le imprese pubbliche ed evitando che si instaurassero nella nostre regione condizioni di monopolio nel settore che, come noto, comportano costi insostenibili con conseguenti inevitabili contenimenti e riduzioni di quote di mercato.
Occorre sottolineare che anche in questo settore è necessaria una costante azione di promozione degli investimenti che garantisca l’utilizzo di strutture ed attrezzature tecnologicamente avanzate ed una organizzazione aziendale di assoluta efficienza.
L’aeroporto
- Sull’aeroporto di Falconara, che è e deve rimanere l’unico aeroporto regionale, occorre finirsela di sostenere tratte di traffico del tutto improduttive garantendo loro la copertura finanziaria per plafond di passeggeri che non esistono ed a prezzi assolutamente stracciati: costi che la società di gestione deve poi sostenere.
Non è questa la direzione giusta per portare avanti lo sviluppo aeroportuale che deve, invece, puntare prioritariamente e con gradualità a:
- rafforzare le linee di adduzione agli aeroporti internazionali di Roma e Miliano
- a rafforzare i collegamenti con il sud del paese
- a rafforzare i collegamenti con l’est
- ad attrezzarsi per divenire l’aeroporto sussidiario all’aeroporto internazionale di Roma che in prospettiva sta inevitabilmente andando verso la saturazione.
- A sviluppare il settore della charteristica
Il sistema portuale
- Per quanto riguarda il porto di Ancona non si può più perdere altro tempo: se le opere non riescano a decollare si nomini un commissario ad acta con pieni poteri e si proceda speditamente.
Perché, diciamolo sottovoce, ma diciamolo!. Quasi sempre i ritardi nella realizzazione delle opere pubbliche, programmate e finanziate, è causata dall’incapacità degli amministratori a decidere tempestivamente i relativi strumenti urbanistici attuativi in quanto pressati e condizionati dalle polemiche politiche e dagli interessi economici,
Queste, amici, sono responsabilità morali inaccettabili: infatti, i ritardi comportano, ogni anno, notevoli aumento dei costi: cosicché l’immobilismo di quasi venti anni ha provocato almeno il triplicarsi del costo della realizzazione delle opere programmate.
I porti turistici e pescherecci:
necessitano del loro completamento e della realizzazione di tutte quei servizi a terra che vanno dalla cantieristica minore al rimessaggio dei natanti, all’accoglienza degli operatori e dei passeggeri.
In merito, dico soltanto questo perché occorrerebbero non qualche minuto, ma diverse ore per approfondire la tematica. Vorrei solo evidenziare quanto siano essenziali per la nostra economia e per l’industria turistica queste strutture: e lo sono soprattutto oggi che possiamo e dobbiamo immaginare l’Adriatico, non più come un mare che divide nazioni e popoli, ma come un semplice lago ed una via d’acqua su cui si affacciano paesi che si apprestano a fare parte dell’unica famiglia europea
Il cabotaggio pendolare.
Ci credo poco perché:
- Noi, a differenze delle coste estese ed in larga parte disabitate degli Stati Uniti e del Canada da dove possono partire tranquillamente le zattere piene di container per essere caricate a largo su navi che fanno la spola avanti e dietro, abbiamo tutti i nostri litorali del tutto urbanizzati
- Noi non abbiamo nemmeno fiumi con portate tali da poter permettere a dei natanti di risalirlo per raccogliere merce all’interno.
La mobilità delle notizie:
- E’ questo il settore strategico del futuro: mi rendo conto che la tematica è così vasta che è impossibile trattarla insieme a tutti gli altri argomenti: vedremo di recuperare la discussione di questo argomento insieme ai problemi dell’informazione.
Concludendo debbo:
ringraziarvi per vostra presenza e per la vostra pazienza che è una dimostrazione di stima, di amicizia e di affetto che ci onora:
Poi voglio confessarvi che, dopo il disintegrarsi della DC io, come tanti altri amici, come probabilmente tutti voi, coltivo un sogno: quello di vedere nel nostro paese, prima o poi, meglio prima che poi, i cattolici ed i liberal democratici ritrovare, nel segno del partito popolare europeo, le ragione di un comune sentire e di un comune operare:
Io sono convinto che questo avverrà: e quello, cari amici, se ci sarà dato di viverlo, sarà certamente un evento perché segnerà l’inizio di una entusiasmante stagione per un comunitario impegno che esalti la libertà e la democrazia al servizio della persona umana..
Quella libertà, cari amici, che non è una conquista assoluta assicurata all’uomo se egli non sa come esercitarla e difenderla: la libertà occorre alimentarla ricercando tutti quegli spazi di crescita culturale e sociale che consentano alla personalità umana di realizzarsi pienamente dispiegando tutte intere le potenzialità che la provvidenza ha messo a disposizione di ciascuno.
E per i cattolici tutto questo è essenziale perché coscienti che i talenti, i doni, i carismi di cui la provvidenza ha dotato ciascuno e tutti debbono essere interamenti utilizzati al servizio del prossimo non per il proprio prestigio o per la propria gloria, ma, esclusivamente, per realizzare la gloria di Dio.
Auguri e nuovamente grazie per la vostra cordialità ed amicizia.