Intervento di Alfio Bassotti all’incontro sul tema:
“ L’impegno politico dei cattolici alla luce della dottrina sociale della Chiesa”
4 dicembre 2005 – Loreto – Sala del Tinello.
Eccellenza Reverendissima ,
Un anno fa, qui a Loreto ove, come consuetudine, veniamo a concluder l’anno sociale di Europa III Millennio, abbiamo detto che ci saremmo rivisti l’anno successivo per discutere, con il prof. UGGA, che ringrazio per essere di nuovo tra noi, il tema del nostro odierno incontro, e cioè “ l’impegno politico dei cattolici alla luce della dottrina sociale della chiesa”.
Mi si permetta anche di salutare l’amico sen ALESSANDRO FORLANI e ringraziarlo per questo suo farsi carico di guidare i nostri lavori.
Nell’incontro dello scorso dicembre non potevamo certo prevedere che il Suo predecessore, Mons. Angelo Comastri, ci avrebbe lasciati perchè chiamato ad altri alti incarichi in Vaticano: Le confesso, Eccellenza, che oggi noi Le siamo doppiamente grati per il dono della Sua presenza perché essa, oltre a dimostrare una sua particolare attenzione e sensibilità verso un tema essenziale per la testimonianza cristiana nella società civile, assicura anche la continuità di un rapporto, quello, cioè, tra la gerarchia ecclesiale e la nostra associazione culturale, che noi riteniamo essenziale e senza il quale, lo voglia affermare con grande chiarezza, Europa III Millennio non avrebbe ragione di esistere.
Noi siamo consci che Ella non potrà assicurare la Sua presenza per l’intera durata dei nostri lavori: confidiamo, comunque, che non mancheranno le occasioni perché questa nostro incontrarci abbia un carattere di continuità e si possa sempre contare sul Suo consiglio e sulla Sua paterna attenzione.
Mi si permetta, ora, di illustrarLe sinteticamente gli scopi e l’attività della nostra associazione.
In sostanza, noi ci rivolgiamo, eccellenza, ai cattolici militanti ed tutti coloro che credono nelle ragioni alte della politica come impegno civile per invitarli al dialogo ed alla collaborazione.
Una sollecitazione però che non può astrarsi dalla constatazione oggettiva che non sarà possibile per la nostra regione, né per il Paese, né per l’Europa trovare la necessaria coesione se le istituzioni che le rappresentano non trovano il coraggio di rispecchiarsi nelle radici cristiane principale impulso, storicamente, alla loro unità.
Sul piano puramente operativo, l’associazione ha prodotto in questi anni di attività tutta una serie di convegni che hanno visto la significativa presenza di ecclesiastici, di uomini di cultura, di governo, parlamentari consiglieri regionali e che si sono svolti in modo itinerante su tutto il territorio della provincia di Ancona.
Un operare ed un dibattere, il nostro, finalizzato alla costruzione di un ritrovata unità capace di dare sintesi, visibilità ed incidenza alle motivazioni ideali che ci ispirano: quello a cui abbiamo dato vita in definitiva è un raggruppamento operativo in cui trovino cittadinanza tutti i cattolici che hanno messo a base del loro impegno politico la costruzione di una società civile in cui il pluralismo ed il solidarismo rappresentino gli elementi essenziali di un convivere civile fatto di libertà, giustizia e pace.
C’è chi afferma che l’attuale polverizzazione della presenza dei cattolici in tante formazioni politiche diverse potrebbe anche essere stato un bene poiché quel che importa è la capacità di testimoniare le proprie convinzioni nei momenti che contano, e cioè nelle formazione delle leggi, negli atti di governo e nei provvedimenti di amministrazione attiva.
Io non mi riconosco in alcun modo in questa posizione poiché la considero anomala rispetto alla tradizione, alla storia ed alla realtà politica del nostro paese: una simile impostazione è, infatti, tanto pericolosa quanto menzognera poiché i cattolici praticanti, che in effetti sono una minoranza nel paese ( le campagne referendarie sul divorzio e sull’aborto ce lo ricordano qualora qualcuno se lo fosse, eventualmente, dimenticato), sono oggi talmente diluiti nelle varie formazioni partitiche che costituiscono la galassia politica italiana che, non solo, non possono incidere efficacemente sulle impostazioni afferenti le tante problematiche di frontiera, ma rischiano di concorrere a dare soluzioni in assoluto contrasto con i contenuti fondamentali delle nostre convinzioni etico-morali.
Ecco perché, gli amici lo sanno bene, noi inseguiamo un sogno: il sogno di vedere di nuovo il mondo cattolico ritrovare una sintesi che gli consenta di realizzare una presenza politica unitaria capace di testimoniare i nostri valori ed i nostri ideali. E tutto ciò dovrà da un lato concretizzarsi in modo laico e non integralista, e dall’altro con la coerenza, la determinazione e la incisività necessarie.
Abbiamo lavorato e continueremo a lavorare per questo obbiettivo: e se sino ad oggi abbiamo contribuito a risvegliare tante coscienze sopite, sospingendole ed incoraggiandole verso un rinnovato impegno, siamo convinti di essere ormai alla vigilia di grandi sussulti politici che potranno aiutarci a realizzare, anche se per fasi, l’obbiettivo di una ritrovata ed organica unità politica operativa dei cattolici nel nostro paese.
E qui dovrei concludere il mio intervento,
ma l’occasione è troppo stimolante per non indurmi a fare una rapidissima riflessione a margine del tema di questo incontro.
Una riflessione che muove dalla constatazione del rinnovato interesse ed attenzione che la gerarchia ecclesiale, a me pare, sta dimostrando verso l’impegno sociale e politico: infatti, essa si era già manifestata con la emanazione delle direttive ai cattolici impegnati in politica, e con la celebrazione, lo scorso anno, della settimana di approfondimento sulla dottrina sociale della chiesa, e si sta oggi concretizzando con i continui richiami e prese di posizione della Cei sui temi di più scottante attualità che impongono il giudizio e l’indirizzo ecclesiale.
Ebbene, pur prendendo atto di tutto questo, ho, però, la sensazione che all’interesse della gerarchia non corrisponda, in proposito, una adeguata mobilitazione della base ecclesiale
A quanto mi consta, almeno per quanto riguarda la nostra regione, non vi è stato alcun particolare interesse a promuovere nelle parrocchie, nelle associazioni cattoliche, nei movimenti quella necessaria attività pastorale capace di sensibilizzare i singoli e la comunità circa la esigenza, anzi il dovere, di un più ampio e corale impegno dei cattolici nel sociale in generale e nel politico in particolare.
Vede, Eccellenza, questo disagio non è frutto di irritazione alcuna, ne tantomeno di presunzione.
Questo disagio non nasce nemmeno nel constatare che tante testimonianze, anche se non sempre dialetticamente concordanti, rese da nomi illustri come De Gasperi, Don Sturzo, La Pira, Dossetti, Moro, Fanfani e tanti altri, portate avanti per lunghi anni da intere generazioni con sacrificio ed abnegazione, con grande rischi personali, a volte con sofferenze inenarrabili che erano il prezzo della loro coerenza, queste testimonianze, si diceva, siano oggi mortificate od addirittura disconosciute.
Ne tanto meno c’è un orgoglio ferito nelle nostre parole, convinti come siamo che noi cristiani, consapevoli dei nostra pochezza e dei nostri enormi limiti, non lavoriamo per la nostra gloria ma esclusivamente per la gloria di Dio, di quel Dio pieno di amore di misericordia verso ciascuno di noi.
La verità è che questo disagio esiste perché scaturisce dal clima di superficialità e di qualunquismo che siamo purtroppo costretti, giorno dopo giorno. a registrare.
Ecco perché occorre, cari amici, scuoterci ed abbattere questo muro fatto di silenzi, di omertà, di ammiccamenti, per tornare a difendere, invece, senza incertezze, la centralità dell’uomo attraverso la difesa intransigente dei suoi spazi di libertà in ogni momento ed in ogni aspetto della vita comunitaria.
Ecco,quindi, il motivo per cui incontri come questo sono utili, anzi essenziali; lo sono in quanto ci consentono di riflettere sui modi e sugli strumenti necessari a rendere testimonianza alla verità rivelata nel contesto delle condizioni storiche in cui siamo chiamati ad operare: e noi siamo consapevoli debba essere la dottrina sociale della chiesa a rappresentare la bussola con cui orientare l’impegno dei cattolici nella società civile.
Ebbene credo proprio che non debba essere io ad anticipare nulla del tema in discussione anche se la tentazione è forte: si potrebbe, ad esempio, accennare al codice di Camaldoli, argomento che credo sarà oggetti di una specifica iniziativa dell’associazione culturale Marche 2000; mi limito, invece, semplicemente a sottolineare questa tematica con alcune parole di Don Giussani nel suo libro “ perché la Chiesa”:
Così, infatti, scrive Don Giussani nel capitolo intitolato “La posizione ottimale per affrontare i problemi umani”:
“ La Chiesa, dunque, sollecita a un «retto atteggiamento» nei confronti di se stessi e dell’esistenza, richiama, come una madre pratica della vita, al realismo, ad agire in modo tale da ricordarsi come stiano effettivamente le cose.
La Chiesa sola dice la parola definitiva, che Dio stesso ha voluto entrasse nella storia, sulla nostra personale struttura, sul destino nostro, sul destino comune dell’umanità…..
La Chiesa indica la posizione ottimale per affrontare i problemi umani. Se è vissuta la coscienza della dipendenza originale, che è la verità prima e suprema, tutti i problemi si situeranno in una condizione più facilitante la soluzione. Non sono risolti, ma in condizione favorevole perché lo siano ”.
Cari amici,
termino salutandovi e ringraziandoVi per l’assiduità della presenza e per la collaborazione così intensa, partecipata, generosa che mi avete riservato in tutti questi anni.
Caro Presidente, sembra ieri, ma sono passati quattro anni da quell’incontro a Collina, in cui, tuoi ospiti, decidemmo di far partire la nostra iniziativa: eravamo pochi, ma determinati,
Quel giorno nella chiesetta della tua abitazione, durante la S. Messa, abbiamo chiesto al Signore una particolare benedizione per quei fratelli che ritornavano a rendere testimonianza sul piano politico: E Dio, da Buon Padre come Egli è, ci ha ascoltato consentendoci per tutti questi anni di contattare tanti persone, di risvegliare tante coscienze, di essere punto di incontro, di confronto e momento di sintesi anche tra tanti vecchi amici: amici che, essendosi tra di loro scontratesi e divisi sul terreno politico ed avendo anche dimenticato l’esercizio di quella carità che San Paolo definisce come la prima e la più importante virtù del cristiano, erano magari arrivati a togliersi anche il saluto: Ebbene queste nostre iniziative ci hanno consentito di riallacciare un dialogo che, pur rispettoso del travaglio che attraversa le coscienze di ciascuno e di tutti, può essere foriero, io ne sono convinto, di una ritrovata amicizia, di una rinnovata collaborazione e di una quanto mai auspicata unità operativa.
Dopo cinque anni l’associazione è quindi cresciuta, può e deve ormai misurarsi anche sul piano della formazione politica guardando in particolare ai giovani senza il cui impegno è impossibile il pensare a futuri orizzonti di speranza: e tutto questo amici necessita dell’impegno di nuove e più incisive assunzioni di responsabilità.
Ecco, perché, come vi avevo già annunciato nell’invito, lascio il ruolo di coordinatore dell’associazione: il che non significa che me ne starò in disparte e non collaborerò alla vita ed alle iniziative dell’associazione poiché è chiaro che, anche se in posizione più defilata, darò tutto il contributo necessario ogni volta che mi sarà richiesto.Pensate che abbiamo già programmato per il 15 gennaio p.v. un incontro qui a Loreto con il Cardinale RE e il vice Ministro BALDASSARRI dal titolo “Europa svegliati” e per la prima metà di febbraio un secondo incontro ad Ancona sulla famiglia con l’On. Maurizio Lupi.
La mia, cari amici, è una scelta consapevole ed opportuna!
Desideriamo, infine, cogliere questa occasione, per fare a tutti voi ed alle vostre famiglie gli auguri di un santo natale e di un felice anno nuovo!
Vogliamo, soprattutto, rivolgerci a Colei, la Vergine Maria, perché interceda per noi presso il figlio suo che c’è l’ha donata come nostra madre elevandoci così al rango di suoi fratelli e figli di Dio.
Essa, la più perfetta espressione della creazione di Dio, è stata oggetto della venerazione di tutti credenti ed ha ispirato le espressioni più alte della cultura e dell’arte.
Qui a Loreto, nella sua santa casa, a Lei, lungo il trascorrere dei secoli, si sono sempre rivolti con tanta fede e devozione particolarmente gli abitanti di questa nostra terra: ed oggi, anche noi vogliamo a Lei rivolgerci salutandoLa con le parole di S. Massimiliano Maria Kolbe, un frate del nostro tempo che avendo instaurato un particolare rapporto mistico con la Madonna, ha anche fondato un gruppo di preghiera chiamandolo “la Milizia dell’Immacolata Concezione”. Ebbene questo santo, che muore da martire murato vivo ad Aushevitz per salvare la vita di un padre di cinque figli, e che viene definito dagli studiosi come il teologo del rapporto tra Maria e la Santissima Trinità, in un suo scritto del 1940, così definisce la scelta che Dio fa per Maria.nel disegno della creazione:
«Nel numero incalcolabile degli esseri possibili riproducenti le sue svariate perfezioni, Dio vide pure, da tutta l’eternità, un Essere perfetto sotto qualsiasi aspetto, non contaminato da alcuna macchia di peccato e che rifletteva i suoi attributi divini nel modo più fedele possibile ad un essere creato. Godette di questa prospettiva e decise, dall’eternità, di chiamare tale Essere all’esistenza in un tempo determinato».
Alleluia! ,
Cari amici, e di nuovo tanti affettuosi auguri di cuore a tutti voi ed alle vostre famiglie.
za di Dio, è servire Dio.