Intervento di Alfio Bassotti all’incontro su “Pluralismo, Etica e diritto:“ I cattolici in Italia ed Europa: pluralismo, etica e diritto”

ottobre 3rd, 2009

 Intervento di Alfio Bassotti all’incontro su “Pluralismo, Etica e diritto: 

“ I cattolici in Italia ed Europa: pluralismo, etica e diritto” 

5 dicembre 2004 – Loreto – Sala del Tinello. 

Presentazione degli scopi e dell’attività dell’associazione a Mons. Angelo Comastri. 

Un  anno fa, qui a Loreto, alla sala Paolo VI, abbiamo assunto l’impegno di ritrovarci, a conclusione dell’attività sociale di  ogni anno, nel santuario della Santa Casa, per approfondire,  le ragioni della nostra testimonianza cristiana in politica e per chiedere alla vergine Maria, madre di Dio e madre nostra, la sua intercessione affinché  questo nostro impegno risulti il più convinto, visibile ed  unitario possibile. 

Tale impegno abbiamo voluto puntualmente onorare: e vi siamo particolarmente grati (malgrado tanti amici abbiano approfittato di questo periodo per andare in vacanza) per la presenza e la partecipazione a questa iniziativa che sono convinto sarà ricca di forte tensione morale sia per il tema oggetto dell’incontro che per la spiritualità del luogo in cui si svolge. 

Dovrei salutare i tanti amici che sono presenti: mi riservo di farlo nel prosieguo dell’incontro limitandomi ora a dare il benvenuto, oltre che al relatore, il dott. Vittorio UGGA, a Sua Eccellenza Monsignor Angelo Comastri, Arcivescovo di Loreto e Presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana, a cui desidero esprimere, a nome di tutta l’associazione, profonda gratitudine per aver accettato il nostro invito. 

Questa sua  presenza, Eccellenza, ci gratifica e ci onora.

Certo, saremmo stati ancor più felici se Ella avesse potuto assicurare  la sua presenza per l’intera durata dei nostri lavori: ma, essendo coscienti di quali e quanti impegni l’Eccellenza Vostra deve  quotidianamente affrontare, sappiamo ciò essere impossibile: confidiamo, comunque, che non mancheranno, nel futuro, occasioni perché questa nostra aspirazione possa realizzarsi. 

Vorrei ora passare alla illustrazione degli scopi dell’Associazione “ Europa III° Millennio ” accompagnandola con alcune sintetiche riflessioni. 

L’associazione culturale si è costituita tre anni fa e basa la sua attività esclusivamente sul volontariato.

Essa ha, oltre alla finalità di valorizzare il patrimonio culturale e sociale profuso dai cattolici e dai liberal democratici in Italia ed in Europa, lo scopo di approfondire le tematiche politiche della realtà regionale in riferimento alla costruzione della nazione europea. 

In sostanza, noi ci rivolgiamo, eccellenza, ai cattolici militanti ed tutti coloro che credono nelle ragioni alte della politica  come impegno civile  per invitarli al dialogo ed alla collaborazione.

Una sollecitazione a colloquiare, a ricercare punti di unità, a ritrovarsi: una sollecitazione  rivolta in particolare anche a quanti nel recente passato hanno attinto a quella condivisione che ha riguardato un arco di forze più vasto di quelle d’ispirazione cristiana e che, grazie a tale esperienza, oggi, nella laicità dell’azione civile e politica, possono nuovamente  incontrarsi malgrado le provenienze culturali e ideali, articolate e diverse, che hanno caratterizzato questi  ultimi 15 anni. 

Vogliamo anche ribadire,  che né la nostra regione, né il Paese, né l’Europa possono esimersi dal ritrovare la necessaria coesione per far si che come istituzioni si rispecchino nelle radici cristiane principale, storico impulso alla loro unità. 

Una unità da costruirsi discutendo, analizzando,  interrogandosi. 

Come è possibile, ci domandiamo infatti, tentare di prescindere o ignorare  la valenza, ormai planetaria, del costante messaggio della Chiesa per un ordine mondiale più equo e rispettoso dell’uomo. 

Come non prendere coscienza che l’esigenza di aggregazione deve essere frutto, non tanto di una scelta di pura tecnica legislativa od istituzionale, quanto, invece, di una profonda e convinta  scelta politica. 

In questo contesto, perciò, ci si deve anche rendere conto di come sia necessario per i cattolici la testimonianza dei valori di cui sono portatori per essere in grado di affrontare le sfide più rappresentative del terzo millennio, come: la massificazione, la globalizzazione, le nuove frontiere della bioetica, la violenza assurda alimentata dalle ingiustizie, dalla fame, dalle guerre e dal terrorismo: fenomeni la cui rilevanza viene attualizzata ed amplificata quotidianamente dai moderni organi di informazione.

Avvenimenti, quindi, che, riguardando l’intero pianeta, assumono una valenza globale tale che le proposte per la loro soluzione assumono necessariamente connotati di interesse universale.

Queste sono alcune delle riflessioni in cui contenuti debbono essere  sempre presenti nel nostro operare e nel nostro dibattere: 

Un operare ed un dibattere finalizzato alla costruzione di un ritrovata e convinta unità  capace di dare sintesi, visibilità ed incidenza alle nostre le motivazioni ideali: una unità operativa in cui ritrovino cittadinanza tutti i cattolici che hanno posto a base del loro impegno politico la costruzione di una società civile in cui il pluralismo ed il solidarismo rappresentino gli elementi essenziali di un convivere civile fatto di libertà, giustizia e pace. 

Un operare, il nostro, per rivendicare tutto il patrimonio profuso da cattolici come Don Sturzo, De Gasperi, La Pira, rappresentativo delle pietre miliari  della nostra esperienza repubblicana. 

Una presenza, quella della nostra associazione, tesa a valorizzare anche le energie culturali e professionali regionali  attraverso il loro coinvolgimento negli incontri che programmiamo e nelle commissioni di studio che abbiamo istituito. 

Questa, in estrema sintesi, Eccellenza, è la nostra associazione. 

E qui potrei fermarmi, ma l’occasione della sua presenza , Eccellenza, è troppo stimolante per non indurmi a fare una rapidissima riflessione a margine del tema di questo incontro.

Una riflessione che muove dal rinnovato interesse che la gerarchia ecclesiale, a me pare, sta dimostrando verso l’impegno sociale e politico con la emanazione delle direttive ai cattolici, la convocazione e celebrazione della settimana sociale testè conclusa,  i costanti appelli del Santo Padre. 

E pur prendendo atto di tutto questo, ho, però, la sensazione che all’interesse della gerarchia in proposito non corrisponda una qualsivoglia mobilitazione della base ecclesiale

A me sembra, cioè,  che, fatta eccezione per qualche lodevole iniziativa di cui anche l’Eccellenza Vostra si è fatta direttamente carico, non vi sia stato alcun particolare interesse a promuovere, nelle parrocchie e nelle associazioni ecclesiali di base, quella necessaria attività pastorale capace di sensibilizzare i singoli e la collettività in ordine alla esigenza di un più ampio e corale impegno dei cattolici nel sociale, in generale. e nel politico, in particolare. 

Vede, Eccellenza, questo disagio non è frutto di irritazione alcuna e non nasce dal constatare che tante testimonianze portate avanti per lunghi  anni con  sacrificio ed abnegazione, con grande rischi e, a volte, con sofferenze indicibili, siano oggi mortificate od addirittura disconosciute. 

No, non è questa la nostra preoccupazione, avendo da tempo preso coscienza del dono che Dio ci ha fatto frantumando il nostro orgoglio: e questo ci ha anche permesso di comprendere che, essendo il giudizio sul nostro impegno cristiano  nelle mani di Dio ed essendo altresì consapevoli dei nostri enormi limiti, non possiamo far altro che confidare esclusivamente nella sua infinita misericordia. 

  • Quello che ci preoccupa, invece, sono il massimalismo ed il qualunquismo imperante.
  • quello che ci preoccupa è il l’atteggiamento di fastidio ostentato dalle elite culturali del cosiddetto mondo che conta nei confronti della cultura cattolica
  • Quello che ci preoccupa è l’assoluta insensibilità a comprendere che i superiori valori della morale non possono essere oggetto di mediazione e che, quindi, è doveroso per il bene comune difenderli e preservarli:  fare questo non significa integralismo religioso alcuno, ma la semplice legittima rivendicazione del diritto a poter testimoniare le nostre convinzioni e di poterlo fare in libertà e con la dignità che ci è propria: senza essere per questo insultati, calunniati, emarginati e troppo spesso strumentalizzati.
  • Quello che ci preoccupa, per dirlo con semplicità, sono gli Zapatero, di turno che purtroppo abbondano sempre di più anche  in Italia ed in Europa.
  • E con gli Zapatero di turno, continua e cresce l’erosione dei valori fondamentali del cristianesimo  che attengono alla organizzazione dell’istituto familiare, che attengono alla sacralità della vita ( si pensi solo in proposito all’aborto, all’eutanasia, alla fecondazione assistita, alle nuove frontiere della bioetica, al terrorismo) .
  • Quello che ci preoccupa è una giustizia sempre più asservita alla politica piuttosto che tesa ad accertare la verità.
  • Quello che ci preoccupa è il dover registrare come la militanza dei cattolici, cosi frazionata nelle più svariate formazioni politiche spesso, per non dire sempre, in opposizione tra di loro, renda quasi impossibile una qualsiasi convergenza unitaria anche quando si debbono affrontare questioni morali essenziali.

In sostanza, quello che ci preoccupa è che nel dibattito su queste tematiche, che dovrebbe, a rigore di logica, scatenare la sensibilità di tutti i nostri parlamentari nazionali ed europei,  non si va oltre a qualche sussurro, a qualche bisbiglio, al massimo a qualche starnuto dialettico, per poi assistere regolarmente ad una resa incondizionata cosicché le questioni passano con soluzioni a noi ostili nel silenzio assordante di chi, anche nel nostro mondo, non ascolta o, se ascolta, finge di non capire e di non vedere la tragedia morale che sta abbattendosi sul convivere civile. 

Questa verità, per quanto amara possa sembrare, rende, a mio modesto avviso, perfettamente inutile il parlare di unità pre-politica dei cattolici:

I cattolici, Ella ci insegna Eccellenza, sono uniti a Cristo sempre: nel sociale come in politica, nella comunità come nella famiglia, come singoli e come popolo:  infatti, soltanto se uniti in Cristo  diventiamo chiesa universale, popolo di Dio ed eredi della sua salvezza.

E’, quindi, all’unità operante che dobbiamo credere per rendere visibili le nostre convinzioni; è all’unità creativa che dobbiamo punture per realizzare quel disegno di amore che Cristo ci ha comandato di testimoniare. 

In definitiva, Eccellenza, l’unità della chiesa sempre

In questa sala, tanti anni fa, il Cardinale Balestriero, allora presidente della CEI, con quella sua incredibile oratoria che scavava nei sentimenti e ti toccava i cuore , desiderò ringraziare il compianto sindaco di Loreto, Attilio Brugiamolini ( che ricordo volle assolutamente partecipare all’incontro ancorché profondamente segnato dal male incurabile che in pochi giorni avrebbe poi stroncato la sua esistenza) si diceva volle ringraziare il sindaco, le autorità  regionali e provinciali per la realizzazione di tutte quelle infrastrutture che erano necessarie ed indispensabili a far svolgere in loco la conferenza episcopale italiana : avvenimento questo che di fatto segnò l’inizio dello sviluppo della grande convegnistica religiosa nazionale ed internazionale  che Loreto ha poi registrato in tutti questi anni.

Orbene, in quella occasione, il presidente della CEI  volle ringraziarci perché, così operando, i vescovi italiani avevano l’opportunità di riunirsi sotto la protezione della Vergine Lauretana alla cui intercessione la chiesa italiana, percorsa da tante fibrillazioni,  si affidava per  ritrovare la sua unità e riprendere,  con maggior slancio la  missione che Cristo, nostro Signore, ha ad essa affidato.

 Allora come ora, è questa unità operativa che i cattolici debbono ritrovare ed esercitare: ecco il perché anche noi siamo pellegrini qui a Loreto, e lo saremo ogni anno.

Siamo pellegrini per chieder alla Madonna, madre di Dio e madre nostra di intercedere presso il Figlio affinché la nostra speranza di unità, prima o poi, si realizzi. E noi, convinti che  una madre non nega mai un atto di amore ai suoi figli, siamo certi che saremo ascoltati ed esauditi. E convinti di ciò vogliamo anche in questo momento rendere lode alla Vergine: ed essendo arduo trovare parole appropriate per lodare la sua santità, lo facciamo con alcuni versi posti all’inizio ed al termine dell’inno alla Vergine di Dante Alighieri: 

Vergine madre, figlia del tuo Figlio

umile ed alta più che creatura,

termine fisso di eterno consiglio 

Donna sei tanto grande e tanto vali

che qual vuol grazia a te non ricorre,

sua devianza vuol volar senz’ali. 

La tua benignità non pur soccorre a chi dimanda,

ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. 

In te misericordia, in te pietate,

in te magnificenza, in te saduna

quantunque in creatura è di bontate.” 

Amen.

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